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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
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29-04-2013, 10:26 PM
Messaggio: #61
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Citazione:Narrazione | pensiero | "parlato"Andrea si dimostrò capace di ripetere il suo indovinello senza sbagliare (cosa che riuscì a sorprenderla di nuovo positivamente: ormai le sue aspettative sulla compagna erano talmente basse che ogni qualvolta Andrea ne azzeccava una, faceva sbocciare in lei un senso di genuino stupore misto a meraviglia) e, cosa più importante, di cogliere con esso in fallo l'anziano Generale Maurice Julien de Montmartre (zio del Conte Aloysius) che dovette capitolare e cedere loro la sua carta. La partita iniziò quindi con un punto a loro favore, cosa che Olivia accolse naturalmente con soddisfazione (anche perché era tutto merito suo). Poco dopo, un colpo di fortuna consentì alle due guerriere di incrementare senza colpo soffrire il loro punteggio: un errore commesso da Mademoiselle Henriette de Montmartre (figlia del Generale, e nipote del Conte) nel porre il suo quesito ad Andrea costrinse infatti la fanciulla (non senza proteste, vane, da parte di quest'ultima) a cedere la sua carta. Ottimo, e con questo siamo già a tre su nove. Pensò Olivia. Le cose sembravano mettersi bene: delle sei carte rimanenti da conquistare per vincere la partita e ottenere il diritto di ispezionare le stanze private del padrone di casa, tre erano nel frattempo finite nelle mani di Hayez (che era, si supponeva, dalla loro parte), due resistevano nelle mani del Conte Aloysius, e l'ultima in quelle di Jeanne Lamant. Tutti gli altri partecipanti invece erano rimasti senza carte. A questo punto però il Generale tornò alla carica, desideroso di riscattare lo smacco subito e riprendersi la carta che aveva dovuto cedere loro in precedenza, e pose quindi ad Andrea (cioè ad Olivia, perché era lei quella che doveva spremersi le meningi) un indovinello... "Con buoi rosa ara una terra bianca, spargendo seme nero" ...Uhm, vediamo un pò... Chi potrebbe essere? Rifletté la ragazza, cercando di risolvere l'enigma. Ovviamente l'indovinello non andava inteso in senso letterale, era una metafora. Già, ma una metafora di che cosa? Qual'era la soluzione? Olivia ci pensò su per diversi secondi, poi le venne un'idea. E se... E se i "buoi rosa" fossero le dita che reggono la penna (penna che in questo caso, seppur non citata nell'indovinello, diverrebbe quindi "L'Aratro" mosso dai buoi), "la terra bianca" il foglio di carta che viene "arato" dalla penna (che lascia solchi sulla carta al suo passaggio), e "il seme nero" nient'altro che l'inchiostro? In questo caso, la risposta dell'indovinello sarebbe dovuta essere "Lo Scrittore". Ma era davvero così? Che sia davvero questa la soluzione? Si chiese la ragazza. Sì, poteva essere, o almeno, secondo lei il ragionamento che aveva fatto filava perfettamente e la soluzione individuata aveva la sua logica. Eppure, non era certa che fosse quella la risposta esatta. D'Altro canto però, non poteva nemmeno continuare a pensarci su in eterno: per ogni secondo in più che restava in silenzio, infatti, aumentava il rischio che Andrea decidesse di provare a rispondere per conto suo, e a quel punto soltanto il Dio di Rabona sapeva quello che l'Energumena avrebbe potuto dire. D'Accordo, o la va o la spacca. Speriamo che la risposta sia quella giusta. Pensò dunque Olivia, prima di chinarsi in avanti e sussurrare all'orecchio di Andrea: "Lo Scrittore". A quel punto, non restava altro da fare che incrociare le dita... Citazione:Stato Fisico: Illesa. I suoi occhi hanno ripreso il loro originale color verde oliva dopo l'assunzione del farmaco.
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01-05-2013, 02:57 PM
Messaggio: #62
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Narrato/pensato
Parlato Eh? Cosa? Cioè... sì! Non so bene come, ma ha funzionato. Lo zio Pelato mi ha dato la sua... carta. Bene. Ora devo fare indovinelli a tutti e... no, aspetta. Tocca agli altri adesso. Che palle. Poggio il gomito sul tavolo e la testa sulla mano, aspettando che gli altri si facciano tra loro quelle stupide domande. A un certo punto la cugina ne fa una a me e.... Uhm... cavallo bianco...? Sarà bianco? Che cazzo di domanda è? Comunque non devo manco rispondere, mi da la sua carta da sola. Meglio. Ho tre carte adesso. Me ne mancano... sei, credo. In tutto il casino alla fine il Signor Baffo ne ha due, Hayez tre e Jeanne una. E... tocca allo zio Pelato, che fa una domanda a me. Uhm... che ha detto? Buoi rosa? Ma che cazzo, dove li ha visti buoi rosa questo? No, no, aspetta. Lo so. Gli indovinelli non sono letterali. Bisogna trovarci un senso... solo che non mi viene in mente niente. Uhm, buoi rosa... campo bianco... nero... ci sono! Dev'essere un pugno sui denti. Buoi rosa, le dita, no? Sì, sì... e poi, i denti sono bianchi... e con un pugno li fai diventare dei bei buchi, quindi neri... dev'essere giusto. Sto per dirlo ma Olivia mi ferma. Che? Scrittore? Io pensavo... bah. Borbotto a bassa voce, ma mi arrendo: avrà ragione lei. Tutto sommato, io qui sono il braccio. E' lo scrittore. Dico quasi battendo il pugno sul tavolo - trattenendomi all'ultimo secondo - ad alta voce. E spero che Olivia abbia ragione, sennò poi le do io la mia soluzione.... Citazione:Yoki utilizzato: 0% "La guerra è il tribunale del mondo: chi vince ha sempre ragione, chi perde ha sempre torto, perché lo spirito del mondo sta dalla parte del vincitore." (Hegel) |
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03-05-2013, 11:56 PM
Messaggio: #63
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Il Generale arretrò col capo e sbatté le palpebre all'udire - e vedere - il poco ortodosso modo di rispondere di Andrea; poi, qualche attimo per riprendersi dalla sorpresa, e... sospirò.
«... Ah, è chiaro che non sono al suo livello, Capitano: ha ragione ad alterarsi. Ovviamente ha indovinato: la carta rimane sua.» Così dicendo, l'anziano aristocratico fece un eloquente gesto di mano. Attorno al tavolo, però, scoppiarono i commenti d'ordinanza. «Avete usato un indovinello troppo noto, Generale.» osservò Jeanne Lamant «Credo sia l'antenato per eccellenza del settore, in effetti.» «Questo è vero, Madame.» ammise l'uomo «Ma si tratta pur sempre di cose di lettere, note a chi si dedica all'ozio più che all'azione: pure io la conosco solo grazie a Monsieur Dupoint che me la raccontò...» «Insomma, Mademoiselle de la Varalle.» sorrise Amalie Lieux ad Andrea «Vi dimostrate sempre più una donna abile tanto di spada quanto di penna.» E giù allora una nuova sfilza di complimenti di rito per la titanica Guerriera. A Olivia, eminenza grigia della situazione, non andò invece nemmeno mezza parola... ma poté notare che sia Hayez che il Conte la stavano osservando. Chiaro: il primo sapeva come stessero le cose, e il secondo verosimilmente lo intuiva in base ai precedenti. Alla fine del chiacchiericcio, infine, il Signor Baffo stesso riprese parola. «Bene, il primo turno è finito e nessuno ha raccolto tutte le carte... ovviamente. Capitaine de la Varalle, il turno è nuovamente suo, prego.» Turnazione invariata ometto la lista perché invariata |
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05-05-2013, 02:57 PM
Messaggio: #64
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Citazione:Narrazione | pensiero | "parlato"Hehe... ho indovinato. Pensò Olivia, chiaramente soddisfatta per aver risolto l'enigma del Generale. Tuttavia, si guardò bene dall'esternare pubblicamente tale soddisfazione: primo perché in quanto semplice domestica (tale era il suo ruolo) sarebbe stato alquanto inopportuno per lei mettersi a gongolare di fronte agli errori dei nobili, e secondo perché in ogni caso era prematuro farlo. Avevano superato un ostacolo, certo, ma ce ne sarebbero stati degli altri. In fin dei conti, la partita era appena iniziata. E difatti, terminato il primo giro, toccò nuovamente ad Andrea porre un indovinello a qualcuno. Olivia allora si prese qualche secondo per riflettere, dopodiché sussurrò un nuovo indovinello all'orecchio della compagna: "Siamo due fratelli, e portiamo un grande peso. Siamo pieni tutto il giorno, ma vuoti quando andiamo a dormire. Chi siamo?" Come sempre, avrebbe lasciato all'energumena la facoltà di decidere a chi porre l'indovinello, mentre lei si sarebbe limitata ad incrociare le dita e a sperare di riuscire con esso a conquistare un'altra carta. Nel frattempo, Olivia aveva anche notato che il Conte la stava osservando (anche Hayez, se era per quello, ma di lui la ragazza non si preoccupava. Non in quella circostanza, almeno), fatto insolito considerando che fino ad allora si era sempre comportato come se lei nemmeno esistesse. Che avesse finalmente capito che era contro di lei (e non certo contro l'energumena) che stava giocando? Beh, finalmente! Mi meraviglio che non ci sia arrivato prima. Pensò la ragazza. Comunque, la cosa non avrebbe dovuto costituire un problema: era stato proprio il padrone di casa a stabilire che i servi potessero stare accanto ai padroni per consigliarli (anche se, per la verità, fino a quel momento Andrea era stata la sola ad aver avuto bisogno di tale supporto), quindi ora non poteva certo lamentarsi se Olivia stava sfruttando tale possibilità... Soluzione: Spoiler (Click to View) Citazione:Stato Fisico: Illesa. I suoi occhi hanno ripreso il loro originale color verde oliva dopo l'assunzione del farmaco.
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06-05-2013, 03:40 PM
Messaggio: #65
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Narrato/pensato
Parlato Whoa, davvero? Ho indovinato? Cioè, no, Olivia ha... be', comunque è andata bene. Sono quasi delusa, la mia soluzione era sbagliata... però poteva funzionare, no? Bah, è andata bene e basta. Mi tengo le mie tre carte e va bene così. Uh... si mettono a farmi i complimenti, almeno credo dato che parlano tutti insieme e usano parole incasinate. Ma mica ho indovinato io. Guardate che.... Sembra che non mi ascoltino. Dannati, credono di poter semplicemente ignorarmi? Questo "gioco" non è il mio... uh... genere di gioco. Alzo la voce in modo da farmi sentire. Mi sono stufata di dover ripetere ogni volta quello che mi dice Olivia mentre lei viene ignorata. Sarà debole, ma senza di lei io qua sarei stata spacciata. Va be' che potevo buttare giù tutto, ma ora che ci siamo facciamo le cose decentemente. Olivia ha indovinato. Non io. Penso che tanto l'avessero capito tutti. Non capisco perché devo continuare a parlare per lei. Ce l'ha, la lingua, e io la mia l'ho usata anche troppo. Olivia, fai il tuo indovinello. Io penserò a qualcosa per conto mio. Jeanne, devi risponderle tu. Toh, le ho scelto il bersaglio, ora che si arrangi. Mi appoggio al tavolo e mi metto veramente a pensare. Ormai stiamo dentro a 'sto casino e voglio uscirne prima possibile, quindi se riesco a farmi venire in mente qualcosa sarà meglio per tutti. Che cazzo, guarda se mi tocca parlare per un'altra. Parla da sola, ne sei capace! Sto seduta a fissare le mie tre carte, pensando a un dannato indovinello da fare agli altri mentre spero che Olivia sia capace di fare quello che le ho detto. Casomai la aiuto con una gomitata. Non me ne frega niente di nobili o non nobili o 'ste cazzate. La gente parla, se può parlare. E a me piace vincere, ma non vincere una lotta vinta da un altro. ... Cosa ho appena detto? Non importa, devo pensare a qualcosa di decente.... Citazione:Yoki utilizzato: 0% "La guerra è il tribunale del mondo: chi vince ha sempre ragione, chi perde ha sempre torto, perché lo spirito del mondo sta dalla parte del vincitore." (Hegel) |
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08-05-2013, 09:36 PM
Messaggio: #66
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Se le prime parole di Andrea furono accolte da un educato ma incuriosito silenzio, quasi a voler pacatamente discutere sugli argomenti sollevati dalla imponente Guerriera... il chiamare per nome Madame Jeanne Lamant nata Rèmy de Salt-Pètre, Gran Dama del Santo Ordine Misericordioso di Rabona, possidente di vaste lande tra Myusha, Tolouse e Laurec, vedova del Colonnello Terènce Lamant, terzogenito del Conte Henry Lamant de Taury-en-Laye e fratello minore del successore di costui, il Conte Jean-Marc, fu un atto di gran villania.
«... Ma quale audacia!!» Esclamò il donnone in questione, rossa in volto, alzandosi dal tavolo; anche gli altri invitati più anziani si scoprirono maldisposti. «Capitano la Varalle, per favore, non si sta rivolgendo a un fantaccino!» obiettò burbero il Generale. «Forse non le è ancora chiaro che i suoi gradi non le danno licenza di scavalcare la comune decenza, signorina.» buttò lì il Barone Claude Lieux. «Ci siamo forse sbagliati sul suo conto, capitano?» flatulò severo il Marchese. Sembrava che tutto il lavoro d'infiltrazione stesse per concludersi in un'ondata d'indignazione generale, quando... una mano guantata sventolò in aria ottenendo attenzione. «Signori miei, non mi pare il caso.» mormorò aristocraticamente Hayez «Io parlerei piuttosto della proposta del Capitano.» «Il mio caro amico ha ragione.» gli fece inaspettatamente eco il Conte «Vede, mon Capitaine, il rispetto non lo si da solo a parole, ma anche parlando di prima persona. E' ovvio che i nostri arguti serventi ci diano una mano, ma è nostro dovere di pari mettere la faccia nel gioco. E' pura gentilezza e giusto riconoscimento, mademoiselle la Varalle.» «Mi sembra dunque che possiamo appianare il piccolo equivoco.» rincarò Hayez «Vogliamo tornare a giocare?» Forse perché convinti, forse perché desiderosi solo di svagarsi, i nobili s'acquietarono; Jeanne Lamant però insistette su un punto. «Sia chiaro che delle scuse siano mio diritto, Capitano: me le dia, o si cerchi un altro avversario.» Turnazione invariata |
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11-05-2013, 10:23 PM
Messaggio: #67
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Citazione:Narrazione | pensiero | "parlato"MA CHE CAVOLO! Stavamo andando così bene... si può sapere perché diamine hai deciso di fare di testa tua e rovinare tutto??! Erano queste le parole che Olivia avrebbe voluto gridare in faccia ad Andrea, se soltanto avesse potuto. Ma non poteva (per svariate ragioni), motivo per cui si limitò a pensarle, le parole, anche se in quel momento la voglia di mandare l'energumena a quel paese era tanta. Ed era comprensibile, se si pensava al fatto che mentre lei si sforzava di recitare il suo ruolo stando attenta a non fare errori, la compagna invece si prendeva la libertà di dire e fare quel cavolo che voleva infischiandosene altamente delle conseguenze. Andrea doveva solo limitarsi a ripetere (senza sbagliare, ovvio) quello lei le suggeriva all'orecchio, tutto qui! Non c'era niente di complicato o di difficile da capire, anche una bambina ne sarebbe stata capace. Una bambina ci sarebbe riuscita. Andrea, no. Al contrario, l'energumena prima aveva ammesso candidamente che tutto quanto aveva detto fino ad allora non era farina del suo sacco, ma bensì il frutto della mente di Olivia (e questo probabilmente lo avevano già capito in molti, se non tutti), e poi non contenta aveva offeso Madame Jeanne Lamant scatenando così un coro di proteste da parte di più o meno tutti i nobili presenti. Ora, ad essere del tutto sinceri Olivia, pur comprendendo per quale ragione Madame si fosse sentita offesa, giudicava la reazione della nobildonna piuttosto esagerata e sproporzionata rispetto a quella che era l'effettiva entità dell'offesa arrecatale. Tuttavia, il punto era che tale reazione, giustificata o meno che fosse, rischiava di compromettere il lavoro che lei aveva svolto fin lì. Il che sarebbe stato a dir poco frustrante. Fortunatamente Hayez e il Conte intervennero a placare gli animi, e fu quindi deciso di riprendere il gioco come se nulla fosse successo... peccato solo che adesso ci fossero un'arrabbiatissima Madame Lamant (che esigeva da Andrea delle scuse formali) da placare, e un'energumena zuccona da convincere a giocare secondo le regole. E ovviamente, a chi è che spettava l'arduo compito di provvedere a metterci una pezza? A Olivia, ovviamente. Dannazione... Pensò la ragazza, cercando di smaltire l'irritazione che provava in modo da poter ragionare a mente lucida ... dovrò provare a farla ragionare. Prima mi ha dato retta, spero di riuscire a convincerla un'altra volta a fare come le dico. A quel punto, Olivia si prese qualche istante per pensare a cosa dire ad Andrea e a come dirlo, dopodiché si chinò nuovamente in avanti per sussurrare all'orecchio della compagna: "Lo vuoi capire o no che dobbiamo giocare secondo le loro fottute regole?? Che cazzo pensi, che io sia troppo timida per dare le risposte ad alta voce? Ti sbagli di grosso! Se ti parlo nell'orecchio è perché la regola del gioco è che soltanto tu puoi dare le risposte. Devono uscire dalla tua bocca, con la tua voce, altrimenti non è valido! Vuoi dirmi che è una stronzata? Sono d'accordo, ma questa è la regola, e noi non ci possiamo fare niente. Credimi, se avessi potuto rispondere io direttamente, sta pur certa che lo avrei fatto." disse la ragazza, che poi aggiunse, in tono più conciliante: "Senti, lo so che non ti piace questa farsa. Ti capisco, non piace neanche a me. Ma dopo essere arrivate fino a questo punto, non ha senso mandare tutto a puttane proprio adesso, non sei d'accordo? Stiamo vincendo noi, ancora un pò e potremo alzarci da questo tavolo e andare a cercare quel bastardo di uno Yoma, si tratta soltanto di avere ancora un pò di pazienza. Se ti da così fastidio limitarti a ripetere quello che ti dico io allora fallo tu un indovinello, se ne sei capace. Ma se non lo sei, allora non hai altra scelta che usare i miei, a cominciare da quello che ti ho suggerito poco fa." disse la ragazza, prima di concludere dicendo: "Ah, e per favore, scusati con Jeanne, sennò non la smette più di rompere i coglioni. Basta che le dici - Porgo le mie scuse, Madame - dovrebbe essere sufficiente. Ma mi raccomando, niente nomi, che sennò si offende un'altra volta." A quel punto, Olivia tacque. Sarebbe riuscita a farsi ascoltare dall'energumena? O questa volta, malgrado i suoi sforzi per evitarlo, Andrea avrebbe mandato tutto in malora? Beh, stava per scoprirlo... Citazione:Stato Fisico: Illesa. I suoi occhi hanno ripreso il loro originale color verde oliva dopo l'assunzione del farmaco.
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12-05-2013, 08:22 PM
Messaggio: #68
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Narrato/pensato
Parlato Ma porc... nemmeno pensare in pace mi lasciano! Che è successo adesso? Alzo la testa per capire che diamine ho fatto. Uh... nome? E come cazzo volete che la chiami? L'unica altra cosa che mi veniva in mente era "tu", per non dire di peggio! Io cerco di essere educata e di fare le cose bene e va' che casino mi tira su 'sta gente! Rovescio la mano e la sbatto sul tavolo, facendo per alzarmi di nuovo. Stavolta non ci andrò piano. Stavolta giuro che sfascio tutto e poi vediamo chi ride. Stavolta... hm? Che ca... ora si calmano tutti? Ma non mi sono manco alzata! Hayez... sempre quel bastardo. Non so come ma sembra aver risolto. E il Signor Baffo gli da pure corda! Ma che cazzo, come si fa a essere così ebeti? C'è qualcosa che puzza qua... ma non mi interessa sapere cosa. Mi rimetto a sedere, ancora col broncio. Sono arrabbiata e non posso sfogarmi perché adesso quel dannato mi ha tolto il motivo e la scusa per farlo. Dannazione. Nel frattempo mi sento chiedere delle scuse da Jeanne. La cosa mi da ai nervi. La cosa mi da talmente ai nervi che probabilmente le spaccherei la faccia sul posto se non fosse a un tavolo di distanza. Uhm... Yoki? Dove? Cosa? Uh? E' il mio Yoki! Sta crescendo da solo? Col cazzo che fai una cosa del genere! Per fortuna me ne sono accorta in tempo. Abbasso la testa e mi sbatto la mano in faccia, concentrandomi sul controllare lo Yoki che sembra essere impazzito. Che caspita sta succedendo? Questa roba non serviva solo a far diventare più forti i miei pugni e... be', tutto il resto? Com'è che adesso fa 'sti scherzi idioti? Dannazione... ma ci sono riuscita. Non è stato poi così difficile. Sento che lo Yoki se ne torna da dove è venuto, ma sicuramente stare così come se stessi soffrendo come un cane per qualche secondo non è stato il massimo per la recita. Do un'occhiata alla situazione del resto dei tizi qua e poi sento che Olivia ha ricominciato a blaterare. Bah, comincio a stancarmi veramente delle sue storielle... ma la ascolto. A questo punto è meglio ascoltarla. Ho capito, ho capito. Certo, non so ancora perché la troia là s'è offesa, ma mi devo scusare. Sì, scusiamoci. Poi, però... P... porgo le mie... uh... scuse, Madame. Dovrebbe essere così. Spero che sia così. Continuiamo. Scusatemi. Non... mi sento bene. Devo... devo prendere un po' d'aria. Per questa volta, lasciate che faccia l'indovinello Olivia. Mentre dico questo mi alzo, facendo attenzione a barcollare leggermente ma visibilmente. Tiro indietro la sedia e mi appoggio al tavolo, cercando di far capire che mi gira la testa o roba così. Se sono abbastanza fessi ci cascheranno. Ho bisogno di sfogarmi e qui non posso farlo. Devo liberarmi per un attimo, un attimo solo, di 'ste merde qua e respirare. Poi potrò calmarmi. Ma non sono abituata a 'ste cose, non ce la faccio più. Tanto per esagerare, faccio un'aggiunta. Per... favore. Ecco, a posto. Me ne vado verso la porta zoppicando un poco e ingobbita, facendo ancora finta di avere chissà che. Basterà farlo fino alla porta. Ma il primo che tenta di fermarmi... be', proverà cosa sentono gli uccelli a volare. Citazione:Yoki utilizzato: 0%-->10%/15% (valori approssimativi, fuori controllo per alcuni secondi)-->0% (tornato sotto controllo). "La guerra è il tribunale del mondo: chi vince ha sempre ragione, chi perde ha sempre torto, perché lo spirito del mondo sta dalla parte del vincitore." (Hegel) |
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14-05-2013, 11:25 PM
Messaggio: #69
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Nessuno arrestò Andrea, nemmeno Olivia: quest'ultima, anche volendo, non poté non notare un cenno d'aspettarlo che Brera le rivolse; gli aristocratici presenti, invece, parevano colpiti dall'evidente malessere della Guerriera.
A quel punto, mentre costei usciva dalla sala, gli astanti si guardarono imbarazzati: che fare? Fu il Conte a decidere per tutti. «Mi pare evidente che il Capitano sia un pò stanca.» evidenziò serafico «Mi pare d'uopo interrompere le jeu e tornare un poco al ballo, sì?» Lor signori e lor signore tutti approvarono: sì, ecco, un vinello, un pasticcino. Il tempo che il Capitano si rimetta. Fu così che tutti lasciarono lì le carte e uscirono verso l'altra sala coi loro servitori; solo Hayez e Brera rimasero. «Vuoi seguirci?» chiese, la sala ora vuota, Hayez a Olivia «Abbiamo una donzella da salvare, credo.» Lo disse sorridendo: sembrava quasi che la situazione lo divertisse. Andrea, nel frattempo, aveva varcato la soglia posteriore della sala, in cerca di aria... e la trovò. Assieme a uno spettacolo affascinante. Un giardino - un immenso giardino - si estendeva dietro la villa per interi ettari: siepi sapientemente curate a motivi artistici, alberi frondosi a lato di viali dai ciottoli bianchi, immense vasche da cui guizzavano pesci dorati,sormontate da fontane marmoree eruttanti eleganti getti d'acqua, il tutto impreziosito dal lieve profumo di rose e viole nell'aria. Neanche il tempo di ammirare adeguatamente tanto splendore, che Hayez la raggiunse. Turnazione: Hayez Sir_ Alric Hotenshi |
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14-05-2013, 11:59 PM
Messaggio: #70
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
«Bella visione, vero?» disse Hayez alle spalle di Andrea «Mi rapisce sempre.»
L'uomo in nero non si era curato se Olivia e Brera lo avessero seguito: l'attuale problema era Andrea, e in più d'un senso. Senza attendere risposta, comunque, estrasse con nonchalance un sacchetto contenente pillole sopprimi-Yoki, e lo porse alla Guerriera. «Prendine una: ti son tornati gli occhi d'argento.» le fece notare «Colpa dello Yoki liberato... Non è la prima volta che ti accade, vero?» Lasciò cadere la questione: ogni Guerriera aveva peculiarità proprie. L'importante era svilupparle. L'uomo in nero non tirò la corda oltre, comunque: sapeva bene che Andrea fosse una tipa poco paziente, e giunse al sodo. «Piuttosto, dobbiamo trovare un modo per cavarci da questo problema dello Yoma. Speravo poteste vincere questo gioco e rigirarvi così il Conte, ma... A te questo gioco non va giù.» A dir poco: gli era chiaro che Andrea volesse solo cavarsi dai legacci dell'etichetta, e galoppare a rotta di collo verso la camera in cui il sospetto si trovava. «Immagino che Olivia te l'abbia già spiegato, ma... stai facendo la parte di un'aristocratica, una con tanti soldi e tanti nomi.» semplificò immediatamente «Olivia invece è una domestica, e una domestica è povera e ha un solo nome. hai presente come la gente ami dividersi, no? Ricchi e poveri, belli e brutti, uomini e donne... Umani e Claymore, anche. Gli aristocratici e i plebei si dividono sia per i soldi che per i nomi, e i primi se possono preferiscono non parlare nemmeno coi secondi.» «Capisci quello che hai chiesto? E' come... non so, avessi detto loro di mangiare... qualcosa che non mangerebbero mai. O a te di baciare uno Yoma - o un bandito, magari.» Sì, era cattiva, ma doveva farsi comprendere. «Insomma, non accetteranno mai Olivia: o torni a giocare tu, o dobbiamo inventarci qualcos'altro per completare la missione. Mi dirai che è colpa mia che ti ho scelta per fare la nobildonna, immagino.» aggiunse «In realtà non avevo scelta: sai, una Tourier de la Varalle Capitano d'esercito ad Alessandro esiste sul serio, un prodigio di donna senza un braccio e priva di molti amici, tanto che ho potuto spacciare il tuo nome per il suo. Nimuhil mi passò l'invito da lei ottenuto - ignoro come - per risolvere il... problema in questa villa. E c'eri solo tu, di adatta al ruolo: perché credi che ti abbia affiancato prima Aphrodite e poi Olivia? Non sono così sadico, Andrea.» O forse sì, ma non era il caso di sottilizzare: un conto era il divertimento, l'altro la missione. |
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17-05-2013, 10:32 PM
Messaggio: #71
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Citazione:Narrazione | pensiero | "parlato"Olivia rimase silenziosa in disparte, mentre Hayez cercava di infilare un pò di buon senso nella testaccia dura di Andrea. Chissà, forse lui avrebbe avuto più successo di quanto ne avesse avuto lei. Di certo la speranza era che ce la facesse, perché questa volta c'era mancato davvero poco che la loro copertura saltasse. Non poteva più andare avanti così, c'era bisogno che l'energumena si desse una regolata. Ne andava del buon esito della missione. In ogni caso, la ragazza attese pazientemente che l'uomo in nero finisse di parlare, dopodiché decise di dire qualcosa anche lei: "E' evidente che non ne puoi più di tutta questa farsa, e come ti ho detto, ti capisco perfettamente. Ma vincere a questo gioco, per quanto stupido possa sembrare, è il solo modo che abbiamo al momento per ottenere l'accesso agli appartamenti del Conte. Se tu hai un'idea migliore allora parla, ti ascolto. Ma se non ce l'hai, allora non abbiamo altra scelta che tornare a quel tavolo e vincere la dannata partita. Stiamo andando bene, possiamo vincere, ma per riuscirci dobbiamo restare calme e concentrate. Non possiamo permetterci ne distrazioni, ne scatti d'ira." Disse Olivia, rivolgendosi ad Andrea in tono educato, ma fermo. "Se potessi parlare io con quei nobili al posto tuo, lo farei. Però non posso, e Hayez ti ha spiegato bene il perché. Dunque, tutto ciò che mi è concesso fare per aiutarti è continuare a suggerirti le risposte all'orecchio. E' quello che ho fatto finora, ed è quello che continuerò a fare, se me lo permetterai. Tuttavia, lascia che ti dica questo: il mio ruolo qui è farti da supporto, non darti fastidio. Se non ti piace che io ti aiuti..., se pensi di poter vincere giocando da sola... devi solo dirmelo." Aggiunse poi, dopo una breve pausa. A quel punto la ragazza tacque, e attese silenziosa la reazione della compagna... Citazione:Stato Fisico: Illesa. I suoi occhi hanno ripreso il loro originale color verde oliva dopo l'assunzione del farmaco.
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19-05-2013, 09:34 PM
Messaggio: #72
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Narrato/pensato
Parlato Bene, nessuno è stato tanto idiota da provare a fermarmi. Forse stavolta ho recitato bene. Bo, comunque mi ritrovo in un giardino... bene, se volevo dell'aria l'ho trovata. Inspiro profondamente, stiracchio il braccio e afferro l'elsa della spada... ah, no, cacchio, non c'è. Non importa. Mi sento già meglio, l'aria là dentro era una cosa schifosa. Sto ancora sbollendo che il bastardo comincia a parlarmi. Aspetta... quand'è che è venuto qua? Non importa. "Sempre"? Che sei stato qua altre volte? Questo tizio mi da veramente ai nervi. Che diamine di gioco sta facendo? Ogni volta che lo guardo so che sta pensando qualcosa che non capirò mai, e che probabilmente mi darà fastidio. Argh, che rabbia. No, devo calmarmi. Giro la testa dall'altra parte e tiro un lungo respiro. Meglio non guardarlo. Uhm? Miseria! Non me ne ero accorta. Afferro la pillola senza guardarlo - almeno, cercando di non farlo - e me la infilo in gola. Fa veramente schifo, ma non è il momento di venire scoperte. Se ci beccano ora chissà che casino ne viene fuori. La cosa positiva è che non sembra dare fastidio ai miei muscoli, 'sta roba. Tch. Lo sai: c'eri pure te. Maledetto coso, se non faceva gli scherzi la battevo, Serena. Ma che, è scemo? Io sto tentando di controllarmi e lui mi punzecchia? Potrei sfasciargli la testa... ma meglio lasciar perdere, per ora. Bravo, hai vinto un pugno. Borbotto quando lo sento dire che ha capito. Non ci voleva 'sto gran genio. Un pugno glielo allungo sul serio, ma mi fermo prima di colpirlo. Un tocco appena non dovrebbe dare problemi, no? Comunque se lo merita. Poi parte a spiegarmi tutta una gran stronzata sui nomi. Non capisco che cosa fa un nome o un altro. Non è che se io mi chiamo Andrea o Hayez cambia, son sempre io. Solo che mi devi chiamare in un modo diverso. Veramente non capisco. Però parlare mi sta calmando un poco... bene, ci voleva. Basta che non ritiri fuori Serena, sennò stavolta lo colpisco davvero. Vabbe'. Alla fine io non devo capire, neh? Lo so. Non sono tipo da usare la testa, mai stata. Sono una tutta muscoli che non capisce niente di niente. Almeno capisco che a far 'ste cose non son capace. Datemi uno Yoma, un umano, un... un... non lo so, un'altra guerriera! Chiunque, datemi uno qualsiasi e lo spezzo. Quello lo so fare. Ma io di soldi non ne ho mai avuti, e lezioni neanche. 'Sta gente qua ne ha fin troppi. Colpa tua, Hayez, se mandi una come me a fare una recita in un posto come questo. Non negarlo. Però almeno potevi prendere un'altra. Perché io? Ora voglio saperlo. Ce ne sono di ragazze "nobelle" o come si chiamano fra di noi o no? Insomma, che cazzo era quella... Aphroqualcosa? Mica era una come me, no? O Olivia. Manda loro, cretino. Prima di rispondermi ecco che mi spiega perché cavolo dovevo starmene zitta. La cosa onestamente mi fa incazzare: se non posso fare le cose per bene, se non sto vincendo io, lascio che vinca chi sta facendo tutto. Manco questo posso fare. Allora va bene, farò come devo. Ma poi non sta a dirmi su se sfascio tutto. A proposito, devo ancora pensare a un indovinello. Poi, incredibile, eccolo che parte a spiegare: sono la copia di una di queste tizie - puttane? - che girano e quindi non aveva scelta. Che, crede che me la beva? Seriamente c'è una uguale a me, così grossa e pure senza un braccio? Che mi prendi per il culo? Ma in fondo, non lo fa per soldi? A noi non danno mai un cazzo, a me va bene, ma so che li pagano per 'ste robe. Non è che sarebbe furbo a mandare tutto a puttane per rompere i coglioni a me. Uhm. Be', presentamela 'sta Toilette un giorno. Sarà divertente. Insomma, alla fine mi tocca ricominciare tutto come prima? Fantastico. Ci si mette pure Olivia a farmi la ramanzina adesso. Ma non la ascolto nemmeno: mi farebbe solo venire i nervi. Ho già capito che non abbiamo tante scelte. Mi tocca proprio. Passo il tempo a prendere respiri profondi, a occhi chiusi, tentando di calmarmi. Be', qualcosa ottengo: almeno non sento Olivia blaterare. Solo l'ultima frase non mi sfugge, perché ho avuto la cattiva idea di pensare di essere calma appena prima che finisse. Olivia. Forse non siamo "amiche" e forse mi prendi per una cretina. Magari lo sono anche, per gente come voi. Includo anche Hayez e Brera nel "voi" con gli occhi che dovrebbero essere tornati normali. Spero. Ma arrivo a capire che se tu non sei capace a combattere io non sono capace a 'sta roba. Non hai sentito un cazzo di quello che ho detto prima? Tu stai vincendo, non io. La cosa mi da sui nervi, sì, ma non posso farci niente. Quindi stai zitta e continua a dirmi quello che devi. Mi farò venire in mente qualcosa, ma falla finita di rompere, perché sennò ti chiederò io se vuoi combattere gli Yoma tutta da sola. E con questo, penso di aver finito. Se non sono stata abbastanza chiara, vorrà dire che gli Yoma mi arriveranno con qualche graffio... se sono sfigati. Scrocchio il collo e mi avvio verso la stanza. Finiamo 'sto gioco in fretta e andiamo a pestare qualche Yoma. Direi che sono tornata di buon umore. Citazione:Yoki utilizzato: 0% "La guerra è il tribunale del mondo: chi vince ha sempre ragione, chi perde ha sempre torto, perché lo spirito del mondo sta dalla parte del vincitore." (Hegel) |
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23-05-2013, 11:30 PM
Messaggio: #73
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Andrea borbottò, mugugnò, sembrò essere lì per lì a buttare all'aria l'intera missione... ma, alla fine, accetto di stare al gioco.
In tutta quella pantomima, Hayez non disse nulla, lasciando che la Guerriera si sfogasse;una volta rientrati, l'uomo in nero andò ad avvisare il *suo amico* Conte, e i due radunarono i giocatori con velocità non consueta. Dopo pochi minuti, erano nuovamente tutti ai tavoli. «...Dov'eravamo rimasti?» chiese affabile il Conte «Ah, sì: tocca a le Capitaine la Varalle. Prego!» Turnazione: Hotenshi Master |
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24-05-2013, 07:42 PM
Messaggio: #74
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Narrato/pensato
Parlato Insomma, non è cambiato un cacchio. Oh, be'. Sono di nuovo dentro, di nuovo seduta e di nuovo con Olivia zitta zitta di fianco a fare da palo che suggerisce. Ci siamo tutti, credo. Il Signor Baffo torna a blaterare e dice che tocca a me. Vediamo se mi ricordo l'indovinello. Allora... Madame Jeanne. Miseria, speriamo che non metta su un'altra scena isterica, 'sta puttana. Il mio indovinello è: "Siamo due... due fratelli, e portiamo un grande peso. Siamo pieni tutto il giorno, ma vuoti quando andiamo a dormire. Chi siamo?" Tié, poi dimmi che sono scema. Me lo sono ricordato. Insomma, ogni tanto anche la mia memoria funziona decentemente. Spero solo di non aver sbagliato niente. Oh, be', non importa. Sarà più interessante. Intanto che aspetto cerco di pensare a un indovinello mio per dimostrare a tutti che stanno prendendo per il culo la persona sbagliata. Citazione:Yoki utilizzato: 0% "La guerra è il tribunale del mondo: chi vince ha sempre ragione, chi perde ha sempre torto, perché lo spirito del mondo sta dalla parte del vincitore." (Hegel) |
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26-05-2013, 03:53 PM
Messaggio: #75
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Madame parve apprezzare aristocraticamente quel minimo di rispetto che Andrea riuscì a offrirle, quindi ascoltò attentamente l'indovinello; la nobildonna s'accigliò qualche attimo, poi ebbe l'illuminazione.
«Uhm, forse ho compreso.» annunciò contenuta e sobria «La mia risposta è i vasi, Capitano, quelli per l'acqua: li usano spesso i contadini per portarla ai campi, due a lato. E la sera, ovvio, son vuoti.» Purtroppo per lei, scoprì che Andrea - anzi, Olivia - intendesse invece gli stivali; poco convinta, Madame rimbrottò: «Parbleu, ammetto che anche questa risposta abbia una sua logica, ma pure la mia! Signor Conte, come la risolviamo?» Aloysius de Montmartre, sentendosi tirato in ballo, si carezzò i baffi. «... Beh, Madame, a parità di bontà logica, credo che si debba azzeccare quanto richiede chi pronuncia; in altre parole, temo che la vittoria sua del Capitano.» Ben poco soddisfatta della cosa, Jeanne Lamant consegnò la sua carta ad Andrea, e così il gioco riprese. Come prima, il turno fu del Conte, che interrogò Hayez sull'architettura, e inaspettatamente gli prese il 5 di danari per una risposta errata; poi toccò a Louis, che attaccò il Conte stesso su penne e libri, e alla scena muta del poveretto gli prese l'Asso; Henriette tentò quindi la fortuna con Hayez, ma la sua sgangherata domanda sui cosmetici fu facilmente indovinata dal sedicente Duca; Jeanne Lamant, spiritualmente ferita ma non indomita, prese pure lei di mira Hayez, e lo colse in castagna su qualcosa sui bambini pigliandosi il 6 di danari; Claude attaccò invece il Conte, che però rispedì al mittente una domanda sui cani di razza; Amalie invece mirò a Loius, e chiedendogli di vestiti si prese a sua volta l'Asso. Ad Andrea di certo non pareva vero che ancora nessuno l'attaccasse. E infatti, quando toccò ad Hayez... «Capitano la Varalle.» chiamò mellifluo l'uomo in nero «Lei ben conosce quei pesci di laguna, gli Ho, giusto? Ebbene, se ho tre Ho, quanti Ho ho?» Turnazione: Sir_Alric Hotenshi Spoiler (Click to View) |
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29-05-2013, 06:08 PM
Messaggio: #76
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Citazione:Narrazione | pensiero | "parlato"Oh? Ma guarda, pare che si sia offesa... e dire che io stavo cercando di essere accomodante. Pensò Olivia, di fronte alla reazione che Andrea ebbe alle sue parole. Oh beh, almeno aveva accettato di tornare a sedersi al tavolo per continuare la partita, che era la cosa più importante. Dunque, terminata la pausa, tutti i partecipanti ripresero posizione, e la partita poté continuare da dove si era interrotta. Olivia fu sorpresa nel vedere Hayez perdere ben due carte, rispettivamente a vantaggio del Conte Aloysius e di Jeanne Lamant. Davvero non aveva saputo rispondere? O aveva ceduto le carte di proposito? E nel secondo caso, perché? Comunque, la ragazza non ebbe tempo di rimuginarci sopra, perché al termine di un accanito scambio di indovinelli tra i nobili concorrenti nel corso del quale le due guerriere erano state lasciate (volutamente?) ai margini, fu nuovamente il turno di Hayez, e l'uomo in nero scelse di rivolgere il suo indovinello proprio a loro. Eh? Pesci di laguna? E cosa gli fa pensare che io ne sappia qualcosa? Si domandò la ragazza, a dir poco perplessa, dopo aver ascoltato l'enigma di Hayez. Come se lei, che non aveva nemmeno mai visto il mare, potesse capirci qualcosa di pesci! No, un momento, gli indovinelli non vanno mai presi alla lettera, dunque non mi sta davvero chiedendo del pesce... ricordò a sé stessa. Inoltre, l'uomo in nero aveva detto di essere lì per aiutarle, dunque era lecito supporre che avesse scelto di proposito un enigma che era certo potessero risolvere. Tuttavia, a dispetto delle aspettative di Hayez, Olivia dovette ammettere che stavolta era stata colta in fallo: non aveva idea di quale fosse la soluzione esatta. La risposta scontata sarebbe stata "Tre", ma non poteva essere quella giusta, ragionò, altrimenti non sarebbe nemmeno stato un indovinello. Dunque, quale poteva essere la soluzione? Si sforzò di rifletterci sopra per alcuni secondi, poi, non potendo attendere oltre per dare la risposta, fu costretta a "buttarsi". Oh, al diavolo! Si chinò quindi in avanti per sussurrare all'orecchio della compagna come di consueto, ma questa volta non fu in grado di fornire ad Andrea una riposta secca: "Ok, senti... questa volta non sono sicura di quale sia la risposta giusta. Prova a dire sei." disse. Perché sei? Beh, escludendo a priori la risposta più scontata, tre, Olivia aveva pensato di sommare tutti gli "ho" presenti nella frase. Un "ho" all'inizio, più tre "ho" che faceva quattro, più altri due "ho" alla fine. Per un totale, appunto, di sei. Era il ragionamento corretto? Oppure aveva preso un abbaglio? Stava per scoprirlo... Citazione:Stato Fisico: Illesa. I suoi occhi hanno ripreso il loro originale color verde oliva dopo l'assunzione del farmaco.
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01-08-2013, 08:14 PM
Messaggio: #77
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Narrato/pensato
Parlato Tempo per rilassarmi non ce n'è. Che dire, fantastico. Davvero perfetto. Intanto quella stupida sbaglia, e mi piglio la sua carta allungando la mano, dicendole in faccia che no, non sono gli stupidi vasi, sono dei dannati stivali. Stivali. Cretina. Fa pure storie, ma la carta me la son pigliata e cazzi suoi. Poi comincia un giro incasinato, e onestamente non c'ho voglia di stare a sentire ogni singolo indovinello, quindi mi metto mento sul gomito a pensare a uno mio. Ci sono quasi arrivata che Hayez - sì, Hayez, il bastardo - mi fa una domanda. Ma scusa: primo, perché cacchio a me, a che gioco giochi? E secondo, Ho? Cosa dovrebbe essere? Un pesce? No, scusa, io facevo la CONTADINA, mica la pescatrice. E nessuno mi ha mai detto niente su nessun pesce. Nessun dannato pesce. O forse non ascoltavo. Comunque, che cazzo c'entrano i pesci? Se hai tre Ho o se hai tre spade ne hai tre, no? Che domanda è? Grugnisco, ma so di dover aspettare Olivia. Dannazione, non è un indovinello. Ne ha tre! TRE! No, lei dice sei. Ma sei cosa? Non torna. Per niente. E poi cavolo non suona nemmeno sicura. E' tutta incerta e trema come una foglia. Magari ha paura che la sfasci se sbaglia. Ma no, tanto lo Yoma lo trovo lo stesso, vinciamo o non vinciamo. E se diamo una carta a Hayez... be', se diamo una carta ad Hayez spero per lui che se le prenderà tutte ci farà aprire. Sennò qualche testa col cappello da idiota volerà stasera. Oh, eccome se volerà. In ogni caso, chi se ne frega di Olivia. Se ha tre Ho ha tre Ho, insomma. Libertà! Citazione: Yoki utilizzato: 0% "La guerra è il tribunale del mondo: chi vince ha sempre ragione, chi perde ha sempre torto, perché lo spirito del mondo sta dalla parte del vincitore." (Hegel) |
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02-09-2013, 01:18 PM
Messaggio: #78
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
All'udire la risposta di Andrea, il sorriso di Hayez gli si congelò sul volto in modo tanto palese che si sarebbe avuto pure l'istinto d'accendere il camino.
L'inverno in una stanza. Ci volle qualche istante all'Uomo in Nero per riprendersi, e pur tenendo in piedi l'impalcatura facciale sorridente, arrancò nel rispondere. «Ah... Beh... Ecco... Insomma... Non... proprio.» Attraverso i suoi occhiali, Hayez guardò di sottecchi Andrea: non era uno sguardo di chi aveva paura. Pareva più di... delusione. «Era... un gioco di parole: ho è sia un pesce che una voce verbale, no? Tra i pesci - tre - e le volte che ho pronunciato ho, il totale era, beh... sei.» Seguì un silenzio imbarazzato in sala: era chiaro che Andrea avesse appena fatto una figura di, ehm, peltro; fu forse per questo che Aloysius, come padrone di casa, cercò di prendere in mano la situazione, commentando: «Parbleu, quelle dammage! La sua natura estremamente pratica ha giocato un brutto tiro al Capitano, ce-n'es pas? Ma la partita non è certo finita... Andiamo avanti!» Fu così che Andrea dovette per forza di cose cedere una carta - il nove di denari - ad Hayez, che però ora non osservava più Andrea: i suoi occhi mandavano ora fulmini verso Olivia. Era chiaro che la ritenesse responsabile della cavolata cosmica della compagna, se non altro perché vero cervello del duo. Questa volta, l'attesa per la rivincita fu breve: dopo Hayez, il turno era di Maurice, che chiese al Conte un qualcosa sulle spade di cui l'aristocratico ben poco sapeva: il quattro di danari passò quindi di mano. Dopodiché... era subito il turno di Andrea, ovviamente. Turnazione invariata Spoiler (Click to View) |
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03-09-2013, 04:51 PM
Messaggio: #79
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Citazione:Narrazione | pensiero | "parlato"Ma guarda... a quanto pare avevo indovinato. Pensò Olivia, un pò sorpresa, quando Hayez rivelò che la soluzione dell'enigma era effettivamente "sei", come aveva sussurrato lei all'orecchio di Andrea. Ad essere onesta, doveva ammettere che stavolta non avrebbe scommesso un soldo su quella risposta (se avesse avuto dei soldi da scommettere, ovvio), eppure alla fine il suo ragionamento si era rivelato corretto e non campato in aria come temeva. Non che la cosa avesse la benché minima importanza, comunque, dal momento che l'energumena aveva deciso di ignorare completamente le sue parole e aveva dato da sola la sua risposta... errata. Così le due guerriere si ritrovarono con una carta in meno, e Olivia si ritrovò con Hayez che la fulminava con lo sguardo. Chiaro. L'Uomo in nero sapeva che era lei a suggerire le risposte ad Andrea, pertanto era comprensibile che la ritenesse responsabile per quel passo falso (dopotutto, non poteva sapere che cosa la ragazza avesse suggerito all'orecchio della compagna), anche se in realtà l'energumena aveva fatto tutto di testa sua. La cosa era frustrante, naturalmente, ma ciò nonostante Olivia non se la sentì di biasimare completamente Andrea per l'accaduto: dopotutto, se lei per prima non aveva creduto nella sua soluzione, come poteva pretendere che ci credesse la compagna? Anche la ragazza doveva assumersi la sua parte di responsabilità. Avrei dovuto usare un tono più convinto... si rimproverò. Comunque, per fortuna non era successo niente a cui non potessero porre rimedio: le due guerriere conducevano ancora il gioco in vantaggio sugli avversari nonostante avessero dovuto cedere una carta, e ben presto fu di nuovo il loro turno. L'Occasione per un'immediata rivincita. Olivia pensò quindi ad un indovinello che secondo lei sarebbe stato difficile da risolvere, dopodiché si chinò verso Andrea: "Di tutti i tuoi averi è il più difficile da conservare. Se lo possiedi, vorrai darlo in giro. Se lo dai in giro, non lo avrai più. Che cos'è?" sussurrò all'orecchio della compagna. "Cerchiamo di non sbagliare, stavolta." aggiunse subito dopo, memore di quanto era accaduto poco prima. "Cerchiamo" e non "Cerca" perché, come accennato prima, la ragazza si sentiva in parte responsabile. Come sempre, spettava ad Andrea decidere a chi rivolgere l'indovinello. Olivia, dal canto suo, poteva soltanto incrociare le dita e sperare che la compagna non si facesse venire altre brillanti idee, e che chiunque fosse stato scelto dall'energumena si rivelasse incapace di risolvere il suo enigma. Soluzione: Spoiler (Click to View) Citazione:Stato Fisico: Illesa. I suoi occhi hanno ripreso il loro originale color verde oliva dopo l'assunzione del farmaco.
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03-09-2013, 05:17 PM
Messaggio: #80
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Il gioco delle carte alla corte del Conte [Hotenshi - Sir_Alric]
Narrato/pensato
Parlato ... La libertà è una bella cosa... sbagliare la risposta sapendo che quella di Olivia era giusta decisamente meno. Hayez penserà pure che sia colpa sua, ma io so che sono stata una stupida io, maledizione. Non dovevo farlo, dovevo stare ad ascoltarla. Questa qua le indovina tutte, accidenti a lei, e io invece ho voluto fare di testa mia... e così ci siamo perse una carta. Non va bene. Non va bene per niente. Scusa. Borbotto imbronciata alla mia compagna, dato che alla fine la colpa è mia. Ma non c'è tempo per deprimersi: il gioco continua e tocca già a me! A noi! Olivia non si perde d'animo e via, ecco che ha già un altro indovinello pronto. D'ora in poi la ascolterò, sarà meglio. Però non rinuncio a farmi venire un'idea, voglio fare qualcosa di buono anch'io... oltre a massacrare lo Yoma, s'intende. Allora mi concentro e ripeto... vediamo, a chi posso chiedere... ma certo! Il Signor Baffo! Così mi rivolgo a lui: Ehm... Conte. Mi interrompo un attimo per rivolgermi a Olivia: Giusto? Conte? Ma chi se ne frega, continuiamo. Ecco l'indovinello: di tutti i tuoi averi è il più difficile da... conservare. Se ce l'hai, vorrai darlo via. Se lo dai, non lo avrai più. Cos'è? Uhm... non era esattamente così ma alcune parole difficili non mi entrano proprio in testa. Spero di aver almeno capito il senso... dovrei. Voglio risolvere questa cosa in fretta e passare alle mani, ma è meglio se non faccio casini: ne ho già piantati fin troppi. Perché cavolo proprio a me? Citazione:Yoki utilizzato: 0% "La guerra è il tribunale del mondo: chi vince ha sempre ragione, chi perde ha sempre torto, perché lo spirito del mondo sta dalla parte del vincitore." (Hegel) |
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