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QUEST A Caccia di Fantasmi [Nardo]
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01-05-2018, 12:44 PM
Messaggio: #10
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RE: A Caccia di Fantasmi [Nardo]
[-Pensato-] [Parlato] [Parlato da altri] Sorella Joyce sembrò credere alla storia raccontatale dalla Numero 11 e lascò la presa sul sacco senza comunque perderla d’occhio, mentre lungo la strada la suora più anziana, Marie, si mise a descrivere l’architettura del convento, infarcendo il suo racconto con una moltitudine di particolari che a Seayne non interessavano molto ma la guerriera albina non faticava a comprendere le motivazioni che spingevano l’anziana suora: Probabilmente sorella Marie non ha nessuno con cui parlare a parte sorella Joyce e, quasi sicuramente quest'ultima ne avrà le tasche piene di sentire sempre le stesse storie. Seayne fece buon viso a cattiva sorte: anche se il tempo scorreva inesorabile per il momento la guerriera albina non poteva fare altro se non portare avanti la sua recita, sorridendo di tanto in tanto alla suora più anziana, come se quello che quest’ultima raccontava le interessasse veramente. Arrivate a destinazione, le due suore la portarono in una stanza piccola e vuota, con solo una grossa botte piena di acqua calda, consegnandole degli indumenti puliti e insistendo affinché lei si facesse un bagno e si cambiasse, lasciandole lì anche il suo sacco, perciò Seayne non dovendosi preoccupare anche di quel particolare, cercò di lavarsi velocemente, facendo attenzione di dare la schiena alla porta in modo tale da tentare di nascondere la sua stigmata alla vista di chiunque fosse eventualmente entrato nella stanza. Avrebbe cercato di mantenere la stessa posizione anche quando si sarebbe asciugata prima e rivestita poi con gli abiti puliti messi a sua disposizione dalle caritatevoli suore. I suoi vecchi vestiti, assieme alla vecchia uniforme che aveva usato come sottoveste sarebbero comunque finiti nel suo sacco e, se gli abiti puliti le avessero lasciato scoperto il collo, Seayne avrebbe mantenuto la sua piccola sciarpa a coprirle l’estremità della ferita, prima di rimettere la sua mala attorno al collo. Quando finalmente uscì, la Numero 11 trovò le due suore in una stanza attigua sedute ad un tavolo ad attenderla… Nemmeno il tempo di sedersi, che sorella Marie riprese a narrare la storia del luogo e di quella cittadina, orientando il discorso in direzione del castello di Thierry e delle sinistre leggende che sembravano aleggiare attorno ad esso. Per quanto la cosa potesse essere interessante, visto anche il tassativo ordine impartitole da mastro Hughes al riguardo, i racconti sembravano richiedere parecchio tempo, vista anche la prolissità di sorella Marie. Per fortuna sorella Joyce intervenne; chissà, forse la suora più giovane aveva intravisto una fugace smorfia di disappunto che per un momento era comparsa sul candido volto di Seayne, fatto sta che alla prima occasione la coetanea della guerriera intervenne nel discorso: Sono convinta che.. Ehm... Uhm... Nyara non sia interessata! E poi ci aveva posto un quesito, ricordi? Sì, una... Ragazza sfortunata? Rivolgendo alla suora più giovane uno sguardo carico di gratitudine, Seayne si accomodò sulla sedia in modo da poter guardare entrambe le suore e a quel punto iniziò a narrare: Grazie sorelle… da dove cominciare? Ecco, sì: circa due anni fa un’epidemia aveva colpito il mio paese, io già ero da sola e, senza poter contare su nessun aiuto, venni portata in una sorta di lazzaretto che era stato eretto in fretta e furia fuori dalla cittadina. Senza poter fare molto, pregai nostro signore a lungo e senza mai perdere la fede in lui, finché, poco alla volta iniziai a guarire, anche se il mio corpo ne rimase segnato. Ma anche se ero guarita, la gente mi respingeva: non potevo nemmeno sfruttare quel che rimaneva della mia bellezza a causa di alcune piaghe che avevano lasciato segni indelebili sul mio corpo e così mi ridussi a mendicare assieme a tanti altri disperati come me. Fu in un momento di profonda disperazione che, rimasta del tutto sola, incontrai la ragazza che sto cercando: una ragazza cieca, che portava un copricapo un po' per proteggersi dal vento e un po' per ripararsi dal sole. Mi accorsi di lei a causa del continuo ticchettio del suo bastone sul selciato della strada: ricordo che allora aveva gli occhi coperti da uno straccio e, cosa un po' particolare, nonostante i suoi capelli fossero biondi, le punte degli stessi erano rossicci. Il suo nome era Caterina. Non so perché ma lei mi aiutò in quel momento di crisi e, soprattutto col suo esempio, mi insegnò a non arrendermi e ad andare avanti come faceva lei, nonostante la sua menomazione. Fu così che, poco alla volta, imparai a cavarmela da sola, a sopravvivere senza aver bisogno della carità altrui, sfruttando i doni che nostro signore chi ha elargito assieme alla natura ma, un giorno, Caterina se ne andò senza dire nulla. Ora, vista la strada intrapresa dalla mia vita, ho deciso di ritirarmi a vivere come un’eremita, dedicando il resto della mia esistenza alla solitudine e alla preghiera, per ringraziare il signore per aver salvato la mia vita ma prima desideravo incontrare un’ultima volta Caterina, per ringraziarla di tutto quello che ha fatto per me. Ho seguito le sue tracce lungo tutta la strada e ora mi è stato detto che dovrebbe trovarsi qui. Quando vi ho viste mi sono decisa ad avvicinarmi a voi sorelle perché speravo che grazie alla carità che vi anima e che ho potuto verificare di persona, forse avreste potuto conoscere Caterina o, almeno, avreste potuto darmi altre informazioni utili per ritrovarla. Il dado era tratto… che risultato avrebbe dato? Citazione:Yoki Utilizzato: 0% - Punti Limite: 0/35 I am the one, the only one! I am the god of kingdom come! Gimme the prize!
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